Gli altoparlanti intelligenti (in gergo smart speaker) stanno avendo sempre più spazio nelle case. Si tratta di dispositivi tecnologici di ultimissima generazione, pensati per agire da assistenti virtuali. Si fa una domanda o richiesta, l’altoparlante la ascolta e la “traduce” al software interno. Questo trova la risposta che riferisce all’altoparlante che, a sua volta, riproduce verbalmente all’ascoltatore. Quando questi apparecchi si sono presentati sul mercato italiano erano visti soprattutto sotto un aspetto ludico. Accendere la radio, avviare la playlist musicale o, al massimo, emettere un allarme acustico come sveglia o memo. Poi, però, questa tecnologia ha preso sempre più piede e visto l’interesse per la domotica, l’acquisto viene sempre più motivato in base ad altre funzionalità. Il raggio d’azione di un altoparlante intelligente, infatti, può spaziare molto. Può partire da semplici comandi e arrivare fino a vere e proprie interazioni a livello di domotica.
Ma si tratta di strumenti sempre efficaci e senza “rischi”? O, della serie, non è tutto oro quello che luccica? Scopriamolo insieme.
Da Echo a oggi: avvento e sviluppo degli altoparlanti intelligenti
Quattro anni orsono, era il 2016, Amazon lanciò sul mercato Echo. Si trattava del primo dispositivo “intelligente” con il sistema di controllo vocale Alexa. La fantascienza si trasformava in realtà. Era iniziata l’era in cui diventava possibile controllare dispositivi tecnologici con semplici comandi vocali grazie a forme di intelligenza artificiale. Di cosa si tratta, in pratica?
Cosa fanno?
Tra le funzioni più semplici degli smart speaker ci sono quelle di controllare la playlist musicale (avviarla, sospenderla, alzare/abbassare il volume) , impostare un timer, cambiare canale alla TV. In realtà questi dispositivi possono fare molto altro e arrivare a controllare alcune funzioni domestiche. Quali? Accendere o spegnere le luci o un elettrodomestico, prenotare un taxi, informare sulle condizioni meteo, oppure ricordare un appuntamento. Alcuni modelli con skill più evolute arrivano perfino a poter “sorvegliare” un’abitazione o gestire l’apertura e la chiusura della serratura d’ingresso. Ovviamente l’interazione è possibile lì dove lo strumento, l’elettrodomestico, l’accessorio possa essere memorizzato tramite collegamento wireless.
Problematiche di sicurezza
Le innovazioni che un sistema come lo smart speaker può apportare alle abitazioni sono affascinanti, inutile negarlo. Ci sono, però, delle problematiche in termini di sicurezza che non possono essere sottovalutare. Per utilizzare al meglio questo genere di tecnologia bisogna infatti affidare ad essa una serie di cosiddetti dati sensibili. L’indirizzo di casa e quello di lavoro e recapiti telefonici sono il minimo indispensabile che dovrà essere comunicato al software. Se poi si pensa agli acquisti, i dati privati riguardano il metodo di pagamento e se si sconfina nel controllo delle serrature, la questione inizia a ricoprire l’intera sicurezza domestica. I sistemi di assistenza digitale, inoltre, hanno talvolta la capacità di registrare i comandi da noi pronunciati, inviando i dati ai server delle società di produzione.
Le principali problematiche legate all’uso di un altoparlante intelligente sono legate alla possibilità di hackeraggio. Se tali dispositivi subissero un attacco in tal senso, le conseguenze sarebbero serie con danni alla privacy e ai dati sensibili.
È possibile limitare i rischi dell’uso di uno smart speaking?
Chi è solito fare uso di tecnologie come quella che rende possibile uno smart speaking sa che mantenere al 100 per cento al sicuro la propria privacy sarebbe assurdo. In ogni caso vi sono modi efficaci per limitare il rischio di incappare in spiacevoli episodi. Prima di tutto è fondamentale azionare il muto ai dispositivi quando non vengono utilizzati. Perché tenere aperti i microfoni h24? Non ha senso, soprattutto perché possono essere riattivati con un semplice comando. Difficilmente si pensa, poi, a inserire password d’accesso difficili (se non impossibili!) da criptare. Una parola-chiave complessa rappresenta sempre un plus per aiutare a proteggere il dispositivo. L’autenticazione a due fattori, poi, è un altro elemento di sicurezza da valutare. Può impedire a chi riesca ad avere accesso all’account di ascoltare in remoto.
